In una giornata già segnata da sterili polemiche sul salvataggio di un bambino che rischiava di annegare ieri a Marina di Vecchiano, in una giornata in cui, tramite la carta stampata, cercavamo di diffondere e far capire come funziona il sistema di antincendio boschivo in cui operano i nostri volontari, sulla strada, qualcuno non perde tempo per insultare i nostri volontari e denigrare il loro operato.

Erano le 12.05 quando i nostri volontari, durante il consueto turno di pattugliamento, avvistano una colonna di fumo bianco, che tendeva lentamente a diventare nero, a poca distanza da loro. Come da protocollo, si avvicinano per verificare la situazione allertando il COP, la Centrale Operativa Provinciale. Appurato che si trattava di un incendio di un’auto i cui occupanti erano già usciti dall’abitacolo e che i Vigili del Fuoco erano già stati avvisati, la Centrale Operativa Provinciale conferma quello che è l’unica cosa da fare ovvero garantire la sicurezza della zona ma non intervenire direttamente sul mezzo incendiato.

Ed è così che i volontari fanno, dando indicazioni per far defluire il traffico su viabilità alternativa e aspettando i vigili del fuoco e la polizia municipale che arrivano poco dopo.

ED E’ QUESTO TUTTO QUELLO CHE SI POTEVA FARE.


In questi frangenti, qualche passante, almeno quattro, ha inveito contro i volontari perché non stavano intervenendo, ignorando che esistono competenze, protocolli e che le attrezzature, i dispositivi di protezione individuale e la formazione dei nostri volontari sono ottimi per gli incendi di bosco, non per gli incendi di auto, case, cassonetti, macchine agricole e quant’altro.

Per quello ci sono i vigili del fuoco, che hanno competenza su questo tipo di eventi.

Giusto per far chiarezza, i vigili del fuoco hanno competenza esclusiva anche sugli incendi vegetativi, ovvero quelli che riguardano vegetazione ma non un bosco. Ad esempio il ciglio di una strada. Ovviamente, nello spirito di collaborazione e in accordo con le Centrali Operative, sugli incendi vegetativi possiamo intervenire, ma su casi di questo genere nessun volontario potrà mai intervenire.

Perché non è il nostro compito e perché è molto più rischioso di un incendio boschivo.

Si perché i volontari, quelle 100 persone che gravitano nella nostra associazione nel settore antincendio, sono li nel loro tempo libero, senza alcuna retribuzione, con la sola voglia di stare insieme, proteggere i nostri boschi e far qualcosa di buono per una comunità che, in casi sempre meno isolati, invece di ringraziare insulta, denigra e svilisce il nostro impegno e la nostra presenza, utile a prevenire e spegnere velocemente gli incendi del bosco prima che degenerino.

E’ sempre esistito che qualcuno proferisse parola senza sapere di cosa stava parlando, ma ultimamente, complice un clima sociale più teso, i casi si sono moltiplicati e la nostra associazione non ha più intenzione di stare in silenzio.

Non ha più intenzione di permettere che i volontari si sentano denigrati, nonostante quel che fanno e chiediamo che ci sia più rispetto per chi si impegna nell’interesse di tutti.

Il volontariato e la solidarietà sono un valore aggiunto a tanti aspetti della nostra comunità, un valore che va protetto, un valore che la parte sana della società deve difendere e coltivare.

Per questo invitiamo tutti a prendere coscienza di cosa facciamo, a partecipare ai nostri corsi di formazione e dedicare una minima parte del proprio tempo per far volontariato e contrastare l’ignoranza e l’arroganza di questi soggetti. 


LA CRONACA


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